ATHOS DI MAT2020

            

 

 

 

 

 

"...un progetto interessante...capace di esaltare le peculiarità di musicisti ad alto tasso di entusiasmo, capaci di curare particolari che, se capiti e apprezzati, fanno un enorme differenza nel panorama generale attuale..."

"...una piacevole scoperta, un album da consigliare senza indugio!..."

 

I Sintonia Distorta, band lombarda di lungo corso - circa 20 anni di attività - , propone il primo vero album del proprio percorso, Frammenti d’Incanto, realizzato con l’etichetta discografica indipendente Lizard Records.Il disco, decisamente inusuale per la sua lunghezza - circa 65 minuti suddivisi su 10 tracce - mi ha permesso di scoprire

un nuovo progetto interessante, forse difficile da collocare nelle caselle precostituite - fatto di per sé poco importante - e capace di esaltare le peculiarità di musicisti ad alto tasso di entusiasmo, capaci di curare particolari che, se capiti e apprezzati, fanno un’enorme differenza nel panorama generale attuale.

La cura per l’immagine ad esempio, intesa come scelta di pezzi di un mosaico che, accostati alla musica e alla liriche, riescono a creare una storia ben definita, quella della vita che scorre, delle opportunità che non sempre vengono colte, degli amori che uccidono e fanno sognare, dei grandi principi e della leggerezza di comportamento contrapposta al coraggio… un enorme contenitore che, trattato con sapienza, professionalità ed istinto, trova un nesso naturale tra i vari episodi, anche se non esiste volontarietà nel crearlo. 
L’art work realizzato per l’occasione è il motivo per cui la “confezione”, la prima cosa con cui si viene solitamente in contatto, ha valore paritario rispetto al contenuto, a patto che a “lei” sia stato dedicato il tempo adeguato per trovare buona corrispondenza con parole e atmosfere.
Per ogni traccia esiste la picture appropriata, con sinossi e testi annessi… una meraviglia!
Dal punto di vista meramente musicale i Sintonia Distorta propongono… una buone dose di libertà. Tale condizione fa sì che sia agevole immaginarli propositori di trame progressive, sottolineate da passaggi tastieristici “ariosi” e pillole virtuosistiche, ma il lavoro di insieme è sicuramente più evidente e permette di creare un rock pesante affiancato a passaggi melodici, talvolta “rotti” da tempi composti e guidati dalla confortante vocalità di Simone Pesatori, forse più metal che soft prog, ma sufficientemente elastica per cimentarsi in “zone” differenti.
Il brano che propongo a seguire, Anthemyiees, credo possa chiarire i concetti sin qui espressi.
Una piacevole scoperta,  un album da consigliare senza indugio.